Mi annoio moltissimo a giocare con le macchinine; ma lui adora che prenda parte ai suoi giochi ed io ”fingo” di essere interessato. Sono un cattivo papà?
Indubbiamente giocare con i figli è una buona cosa, indispensabile direi per la loro crescita affettiva, emotiva, relazionale, sociale (e chi più ne ha più ne metta), quindi lo chiedono…
E lo chiedono con insistenza…
Questo perché nel giocare insieme a papà e mamma, oltre a sperimentare la vicinanza dell’adulto amato, dialogano, vivono e rivivono emozioni e sentimenti che hanno bisogno di essere rielaborati in tutta sicurezza, in tutta libertà. Il gioco soprattutto quello di “ruolo” (del tipo: Io sarò il cavaliere senza paura e tu il mio scudiero, oppure per stare in tema: Io sono Schumacher e tu il mio navigatore) dà risultati di confidenza, empatia e solidarietà che mai il dialogo forzato (quello che troppo spesso è fatto dalle sole nostre domande e da risposte a monosillabi) potrà raggiungere. Quindi evitiamo il più possibile di “interrogare” nostro figlio, tacciamo e giochiamo con lui; quello che ha dentro: gioie, preoccupazioni, paure emergeranno e noi sapremo coglierlo; ma bisogna essere disponibili…
Sì, ma talvolta i figli “esagerano” e i genitori giocano malvolentieri con loro…
Se lo fanno di controvoglia, i piccoli lo percepiscono e l’impegno del genitore è inutile o addirittura dannoso. Infatti: a) quando si è stanchi, esausti, distratti non si è buoni compagni di gioco; b) se la mamma non è per niente in vena di un altro tè con la bambola preferita dalla figlia, questa lo capisce e ci resta male; c) ma può darsi anche che la figlia abbia trovato un modo per “dominare” la mamma e ne approfitti… e anche questo è pedagogicamente negativo.
Allora che si fa con i figli?
Non ci sentiamo in colpa se a loro piacciono i bolidi rombanti (o le Barbie) e a noi no! Cerchiamo per una parte del nostro tempo di assecondarli; ma per un’altra di coinvolgerli in attività e giochi che piacciono a loro e a noi. Quello che i bambini desiderano non è necessariamente giocare insieme a macchinine o a bambole, ma è passare del tempo con noi in attività gratificanti. Se ci divertiamo non ha importanza che cosa facciamo… ma divertiamoci tutti e due (o tutti e tre, o tutti e quattro).
Per esempio?
Per esempio: Silvia, prepariamo, tu ed io, una bella insalatona fresca con le uova per il papà e per noi? La bimba, più è piccola più sarà felice di seguire la mamma in cucina, lavare le verdure, sgusciare le uova, farle a dadini, ecc.
Se appena rientrati a casa dal lavoro (sentendoci in colpa per essere stati via otto ore) tutte le sere dobbiamo giocare a Biancaneve con la figlia di cinque anni e siamo (ovviamente) costretti a fare esattamente tutto quello che lei vuole, questo non è positivo! E se ne viene fuori pensando alternative gradite, una bella telefonata nel pomeriggio potrebbe annunciare: Preparati che stasera andiamo dalla zia, il suo bimbo appena nato ci aspetta. Oppure: Vieni volentieri con me, dalla parrucchiera? Preparati ci faremo bellissime! Ecc. Basta un po’ di fantasia per trovare qualcosa di diverso, sia per maschi che per le bambine.
Ma anche se ne vien fuori giocando piacevolmente con i figli: chi dimentica i quattro classici calci al pallone in cortile o i famosi 10 tiri al canestro? Le costruzioni, il cavallo, l’altalena sulle ginocchia, ecc., ecc.?
Possiamo essere anche noi che proponiamo di giocare ai nostri figli?
Ehi, giochiamo? Un graditissimo invito che conferma il fatto che stiamo volentieri con lui o con lei. Facciamolo!