Santa Lucia (b)

 

Una tragedia! Un ragazzino infuriato, deluso, amareggiato e una mamma che si chiede che cosa può fare dopo che il suo “bambino” ha capito chi è santa Lucia… ed ha reagito male, dicendo frasi del tipo: “Tu mi hai ingannato e io mi fidavo! Tu dici sempre che bisogna essere sinceri e io ti ho creduto e combattevo contro i miei compagni di scuola, spiegando che la mamma non può spendere tutti quei soldi! Che figura ci faccio ora?”.

Premesso che, di solito, la “scoperta” avviene in modo sereno e non crea problemi, qualora nascessero, si cerca di rimediare con azioni di pedagogia, purtroppo successiva (inutile dire che il pedagogista avrebbe preferito interventi preventivi: era indubbiamente il caso di captare, qualche anno prima, le domande e dare risposte adeguate all’età). Si lascia calmare la rabbia e si creano occasioni per parlare. La fantasia ci viene in soccorso: da tanto tempo gli promettiamo che lo accompagneremo a trovare il suo cuginetto Franco, ebbene questa è l’occasione per farlo; oppure sappiamo che vuol visitare quel tal luogo o comprare in città quella tal cosa… perciò ci andiamo; ecc.… All’inizio lui tacerà; ma – un poco alla volta – comincerà a parlare. E noi avremo occasione per dirgli che abbiamo sbagliato per eccesso di amore; potremo (ma il caso è ormai raro) ammettere che noi, quando eravamo piccoli, ricevevamo pochissimo e ci vergognavano davanti ai nostri compagni, perciò pensavamo giusto che lui ora fosse felice con tanti giocattoli; potremo dire che è tradizione di tutto il mondo, nel periodo antecedente il Natale, far trovare in casa dei doni per i bambini, lasciando loro credere che li porta S. Lucia, o i Morti, o Babbo Natale, o la Befana, o Gesù bambino… per cui anche noi abbiamo seguito gli altri e abbiamo detto che santa Lucia porta i regali ai bambini, quando avremmo dovuto dire che: “A santa Lucia, qui da noi, si usa fare dei regali ai bambini, da altre parti si fanno a Natale o all’Epifania …”.

Così, parlando francamente, la mamma ne verrà fuori perché il suo bambino le vuole bene; perché lei gli vuole bene; perché già lui ha sperimentato che gli adulti non sono perfetti e nemmeno la sua mamma lo è. Da un fatto negativo può venire un insegnamento utile: anche gli adulti hanno i loro difetti; ma la mamma, se sbaglia, ha il coraggio di ammetterlo.

Mi sia consentito terminare con una “poesiola” che ci richiama ai nostri compiti educativi al di là di ogni regalo.

Per un’ora

L’educazione del nostro bambino
è un compito veramente difficile
al quale volentieri ci dedichiamo.
Per crescerlo bene
questo piccolo tesoro
quanto facciamo, doniamo.
Ma molti di noi fingono di non sapere
che il dono più bello che ci sia
è dedicare ai figli un’ora al giorno.
Un’ora ogni tanto, almeno
ma un’ora interamente per loro
un’ora esclusivamente per loro.
Perché non stare insieme per un’ora?
Perché non giocare insieme per un’ora?
Perché non passeggiare insieme per un’ora?
Dimenticando del tutto per un’ora
i soliti, monotoni, quotidiani, noiosi
non sempre necessari impegni di lavoro.
Soprattutto ascoltandoli per un’ora
saranno sicuramente più felici
che per qualsivoglia altro regalo.