Quando un figlio arriva all’adolescenza, diventa molto difficile mantenere quel “giusto controllo” di cui abbiamo parlato più volte. È difficile perché lui va per la sua strada e noi non sappiamo quel che succede nei luoghi dove va. E là dove va non mancano i pericoli: fumo, alcol, droga, sesso precoce, comportamenti a rischio.
Di fronte a questo problema alcuni genitori “non vogliono” vedere quel che avviene; si illudono che tutto vada bene e nascondono a se medesimi segnali inequivocabili. Non solo, ma anche sollecitati alla vigilanza (da parte della scuola, dei servizi sociali, o – addirittura – delle forze dell’ordine) si ostinano ancora a illudersi e continuano come prima … finché tutto precipita.
Altri, appena ne vengono a conoscenza, brontolano, gridano, puniscono, limitano, ecc. Ma, quando si rendono conto che tutto è inutile, si rassegnano e rinunciano. In partica “lasciano fare” al figlio quello che vuole. Un comportamento evidentemente gravido di conseguenze negative.
Altri infine, sempre rendendosi conto che le loro prediche non producono risultati, optano per la ”riduzione del danno”; prendono atto cioè della situazione e scelgono di fare in modo che il tutto avvenga nelle migliori condizioni possibili. Tentano così di preservare, per quanto è loro possibile, la salute fisica del figlio, ma trascurano il benessere interiore, mancando il quale la situazione non può che peggiorare.
I genitori, invece, che applicano la pedagogia preventiva positiva hanno mantenuto vivo da sempre un dialogo con questo figlio, dialogo nel quale non hanno mancato di parlare dei rischi che corre nella società attuale. Questi genitori, poi, hanno stabilito la regola che ogni componente della famiglia sa sempre dove sono tutti gli altri; questo genera un legame che permette – soprattutto al figlio in età critica – di non essere mai solo, di sentire la vicinanza rassicurante dei familiari. Cosa di poco conto? Forse! Ma è un legame che, dal punto di vista psicologico, sostiene e aiuta. Di più il genitore positivo non rinuncia mai a indicare a suo figlio la strada buona, persevera nella richiesta di comportamenti intelligenti e puliti e continua a prendere provvedimenti, non abdica mai al suo ruolo educativo. Tre interventi che aiutano la riflessione: dovunque andrà il ragazzo non potrà non vagliare quel che fa con quel che chiede la sua famiglia. Ne risulterà un “disagio” per i comportamenti negativi, favorevole a scelte positive.