Ogni uomo, dal momento del concepimento é “persona” essere, cioè, unico e irrepetibile, portatore di valori non conculcabili qualunque sia la sua situazione. Ogni uomo acquisisce la sua “personalità” gradualmente, con l’educazione e l’esperienza ed è proprio questo il compito dei “formatori-educatori”: trasformare le persone in personalità. Certo non è facile diventare ”educatori” e le ragioni sono tante: ci manca una preparazione adeguata; ci manca un “modello” di riferimento, (quello dei nostri genitori non regge più); ci manca addirittura il tempo nel caos della nostra giornata. Ma non solo… dobbiamo confrontarci anche col fatto che nostro figlio é “unico”: nessuno è (è stato o sarà) uguale a lui, ciò implica la necessità di applicare strategie educative sempre diverse per ogni bambino che viene al mondo. Però, noi, buoni educatori lo vogliamo essere e ci riusciremo perché siamo dotati di istinto, buon senso, intelligenza e fiducia. Quell’istinto materno e paterno che la natura ci ha regalato lo possiamo usare come base dei nostri comportamenti. Non ci manca nemmeno il buon senso se siamo persone concrete che vivono con gli occhi aperti sul mondo. L’intelligenza poi ci viene in aiuto per capire il significato delle azioni e degli avvenimenti. Ma – soprattutto – noi abbiamo fiducia in Chi ci ha voluto in questo mondo per amore. Noi siamo, perciò, certi che le vie del male non prevarranno e che il bene (e ce n’è tanto anche se non lo dicono al telegiornale) é deposto nei granai del cielo per essere nutrimento e semente di nuova vita, mentre sappiamo che fine farà la zizzania. Stabiliti questi principi ecco alcuni accordi concreti che possiamo assumere, per diventare coppia educante. I = accordo sui grandi valori (sulla vita, l’al di là, l’uomo, la storia, le finalità dell’educazione). II = accordo sull’autorevolezza del coniuge (che ci porta a rispettarlo e valorizzarlo nella sua azione educativa). III = accordo sui rispettivi compiti (che sono anche intercambiabili). IV = accordo sulla pedagogia positiva (questo nostro figlio vediamolo fatto a immagine e somiglianza di Dio; stimoliamolo ad impegnarsi; eleviamo l’autostima ed evitiamo i messaggi negativi: gli ordini inutili, i castighi di cui ci si pente, gli urli, la disistima, i sarcasmi, le prediche, i piagnistei, ecc. ecc.).