Papà e mamma, nell’educazione dei loro figli, devono essere d’accordo sempre e su tutto?
Prendiamo atto, in prima battuta, che la perfetta intesa è molto difficile. Perché?
Perché il loro bambino è un bene troppo grande, di valore incommensurabile e quindi è normale essere guardinghi e diffidenti ognuno verso tutti gli altri che interagiscono con i figli (coniuge, insegnanti, catechisti, ecc.).
In secondo luogo non va dimenticato che ogni educatore è affetto da “superbia pedagogica”; infatti, seppur inconsciamente, quasi sempre pensa che il più bravo a educare sia lui medesimo.
Infine, tutti quelli che operano nella formazione dei piccoli non possono sfuggire all’ansia, perché si rendono conto della complessità del compito e – pertanto – mai saranno pienamente soddisfatti dei risultati raggiunti.
Come superare queste difficoltà?
Il primo passo consiste nell’accordo sui grandi valori: la vita, il mondo, la storia, l’al di là, temi sui quali i genitori dovrebbero aver maturato posizioni comuni già da prima del matrimonio.
Il secondo passo è il rispetto dell’autorevolezza dell’altro, sia esso coniuge o insegnante. Per cui se non ci si sente di approvarlo e sostenerlo pienamente in tutto quel che fa nella sua azione nei riguardi dell’educazione si eviti almeno di palesare il proprio dissenso davanti ai bambini.
Infine il terzo passo consiste nell’accettare che su molte cose marito e moglie abbiano idee diverse; infatti la divergenza non è un problema, è semmai una risorsa per il bambino che deve avere modelli differenti: sappiamo bene che in tutte le famiglie uno dei due coniugi è più disponibile, maggiormente espansivo e aperto, ma questo non è un danno bensì una diversità che risulta arricchente.
Fatti questi passi… si scoprirà con stupore che si riesce addirittura a “educare insieme” e di questo hanno bisogno i nostri bambini. Di genitori sì diversi, ma ambedue consapevoli dell’importanza del loro ruolo; che hanno tempo; che non conoscono problemi irrisolvibili; che sono allegri, simpatici, sorridenti; che sanno stabilire di comune accordo regole chiare e farle rispettare; che stimolano a confrontarsi con la vita elevando il livello di autostima. Un papà e una mamma – insomma – protagonisti dell’educazione, protagonisti in prima persona del diritto-dovere di educare in sintonia con gli altri enti educativi, loro preziosi “collaboratori” (Si veda anche: L. DOMENIGHINI, La Pedagogia Preventiva Positiva, Libreria del santo, PD, Cap. XI).