Botta e risposta (12)
1) La mia bimba (scrive la mamma di Cristina) se la prendo in braccio per impedirle di fare qualcosa che non va bene, mi picchia… Capita e non deve né scandalizzarsi, né pensare che sua figlia sia un mostro. Bisogna, però, opporsi con fermezza e con forza. Con fermezza nel senso che noi adulti dobbiamo essere lucidi e calmi; con forza nel senso che dobbiamo prevenire o impedire il ripetersi del fatto bloccando la mano che percuote. La forza così impegnata non è violenza, ma semplice esercizio della nostra autorevolezza. Calmate le acque, senza punire la bambina veda di parlarle per dire che le botte non vanno bene e le chieda di impegnarsi a non farlo. Non mi dica che è troppo piccola, l’educazione alla non violenza, alla pace, all’amore inizia dal momento della nascita.
2) Per mio bambino il sonno non arriva mai; si addormenta solo sul divano, se io sto lì con lui…
La sera eviti di stare sul divano con suo figlio (soprattutto se guardate la TV). All’ora stabilita (puntuale) lo accompagni nel suo letto. Fate alcune cose (sempre quelle) tutte le sere: la preghiera, le “gioie” della giornata, un libro (solo libri che lei ha già letto e che le sono piaciuti molto). Stabilisca la “regola” che lei resta lì con lui finché si addormenta; ma non parla, non risponde, non fa nulla (mantenga un contatto con il corpo del bimbo tramite la sua mano e basta). Abbia molta pazienza e non faccia percepire al figlio che lo fa di malavoglia, ma dimostri che sta volentieri con lui. Purtroppo non posso dirle quanto tempo andrà avanti la storia, ma vedrà che un poco alla volta le durate delle sue veglie si ridurranno fino a sparire. Veda nel mio volume: La Pedagogia Preventiva Positiva, Antonianum (PD), il capitolo intitolato “Non dorme”.
3) Da qualche tempo permetto (dopo accordi precisi circa la strada, l’orario di rientro, etc.) a mio figlio di 7 anni di andare al campetto dell’oratorio con la palla. Altre mamme, con le quali mi sono confrontata, sostengono che è pericoloso… Pur lasciandolo uscire da solo è bene che lei sappia sempre dov’è suo figlio e che eserciti un sano controllo molto discreto. Raggiungerà così grandi risultati: lui diventerà autonomo e lei scoprirà che è sincero quando le dice dove va e a che ora torna. Questa abitudine acquisita ora, sarà di grande aiuto nel periodo adolescenziale.