I terribili episodi di terrorismo, le stragi insensate, le gravissime sciagure che si vanno ripetendo in questo ultimo periodo ci costringono come genitori a porci una domanda: “Come parlarne ai bambini?”.
Una risposta, immediata e molto pratica, prudentemente suggerisce di non parlarne se non siamo sollecitati da loro medesimi e se non notiamo alcun interesse per l’argomento. Non si tratta – sia ben chiaro – di nascondere la verità, ma di avere il massimo rispetto per i piccoli le cui strutture emotive e cognitive non sono in grado di affrontare temi che richiedono solidità psichica e ragionamenti complicati. E allora dobbiamo fare subito immediati cambiamenti. Tra questi il primo è: pranzare e cenare con la famiglia riunita… e con la tivù spenta! I telegiornali, che noi vogliamo vedere tra un boccone e l‘altro, sono fonte di angoscia per i bambini, proprio per la crudezza e la brutalità delle immagini che trasmettono. Non sottoponiamoli a tali motivi di disagio. Quindi (ed è il secondo cambiamento da fare): in loro presenza non discutiamone nemmeno tra di noi, né con toni catastrofici, né – al contrario – come chiacchiere da salotto. Pensare che “tanto non capiscono” è un grossolano errore pedagogico molto diffuso. Avvenimenti di così rilevante gravità richiedono anche nell’esprimerli molta prudenza.
Quando nostro figlio invece dimostrasse, con le sue domande o con il suo comportamento, che gli episodi di crudeltà o di sangue lo hanno toccato è nostro preciso dovere iniziare un dialogo sull’argomento. Come? Il messaggio chiave e chiaro che noi adulti possiamo inviare è la nostra fondamentale certezza che le forze del male non prevarranno. Noi sappiamo – e siamo sicuri che così è – che i fatti positivi sono tanto, tanto più numerosi dei misfatti e delle tragedie; che il bene è più grande del male; quindi la nostra “speranza” di uomini saldamente fiduciosi nella parte positiva dell’uomo non verrà mai meno! Tutto questo accompagnato da una ferma condanna della violenza, della guerra, degli atti terroristici. Alla fine, parliamone con competenza. Prima di qualsiasi risposta documentiamoci: non si può discutere di ISIS se non sappiamo nemmeno che cosa significa l’acronimo, come non si può parlare di musulmani se non conosciamo la loro religione.