Una delle attività collaterali tra le più consolidate e diffuse dei nostri oratori è proprio quella sportiva, davvero una grande opportunità educativa che influisce notevolmente sulla crescita e la maturazione dei nostri ragazzi. Proprio per la natura educativa di questo ambiente, nell’attività sportiva oratoriana, a tutti è data la possibilità di partecipare senza discriminazioni; il gioco e il divertimento vengono prima della competizione; le proposte sono molteplici e diversificate ed è garantita la presenza di “educatori sportivi” di sicura esperienza. Queste caratteristiche fanno sì che lo sport in oratorio sia un fattore decisivo per la crescita, incentivi la lealtà, la disciplina, il coraggio, il controllo, l’impegno, la passione. Uno sport pulito che favorisce la buona salute sia fisica che psichica, rinnova energie, permette di conoscersi meglio, di aprirsi all’amicizia e alla collaborazione con i compagni di squadra attraverso un sano cameratismo e una buona competizione. Anche le sconfitte in questo senso divengono una risorsa perché, permettono di equilibrare l’autostima e acquisire valori che vanno aldilà del successo personale o della squadra. Tutto questo è decisamente positivo e costituisce valida alternativa alla chiusura in casa davanti allo schermo del PC. Noi genitori abbiamo un ruolo fondamentale per contrastare il progressivo isolamento provocato dai social: possiamo incoraggiare i figli a praticare “quello” sport che più risponde alle loro esigenze e che può diventare la loro palestra di vita. Ma attenzione, ci sono due situazioni negative. La prima: oggi lo sport muove un giro di interessi talmente grande che i bambini rischiano di non avere la possibilità di giocare in santa pace. Fin da piccoli sono “guardati” da occhi interessati, soprattutto se qualcuno comincia a intravedere in uno di loro la “stoffa” del “campioncino”. Difendiamoli da questo mercato. La seconda: il comportamento dei genitori sugli spalti è qualcosa di veramente vergognoso. Papà e mamme che sbraitano, urlano, imprecano; dicono parolacce inimmaginabili; incitano alla violenza, a mentire, a picchiare forte… (senza farsi vedere!). È giunto, per noi accompagnatori, il momento di ritrovare il giusto entusiasmo da tifosi sì, ma restando “educatori” che non possono certo permettersi atteggiamenti sguaiati e volgari.