Voglio, voglio, voglio

  

Voglio, voglio, voglio! Tutto il giorno: Voglio. Richieste continue, ripetute, finché si cede! Ma è giusto?

Il modo migliore per ovviare ai tanti “voglio” dei nostri figli è stabilire la differenza tra ciò che è ”necessario” e ciò che è “desiderabile”. Va da sé che l’uno non può mancare, l’altro invece….

 

Questa differenza può o deve essere spiegata anche ai bambini?

Prima di essere “spiegata” deve essere “vissuta” perché va applicata subito appena nati, ancora prima che abbiano sviluppato la capacità della parola, ancora prima che siano in grado di capire i nostri discorsi. Già i neonati sanno, infatti, manifestare i loro desideri in modo inequivocabile: piangendo, gemendo, frignando, urlando, e – più tardi – indicando, afferrando l’oggetto desiderato, chiedendolo, ecc. Se si concede tutto da subito sarà impossibile tornare indietro.

 

Se si dà tutto quello che desiderano ancor prima che sappiano parlare, che succederà poi?

Finiranno col convincersi che sono accontentati sempre e che questo è un loro diritto; ma la vita (cui noi dobbiamo educarli) non è così; e – poi – sarà sempre più faticoso resistere alle richieste, soprattutto se ricorreranno ai capricci, alle urla, ai rotolamenti per terra, alle crisi di pianto e di rabbia, fino a stare veramente male…

 

Come prevenire, cioè come comportarci prima che ci si trovi a fare scene al supermercato o per strada?

Siamo entrati nella logica della pedagogia preventiva positiva, per cui cominciamo a parlare di noi che siamo papà e mamma di quel frugoletto che tutto desidera; perché come sempre i primi e più importanti interventi educativi vanno fatti su se medesimi.

Quando andiamo al supermercato, proponiamoci di comprare solo ciò che serve… Lo so che è tutt’altro che facile, lo so che i prodotti sono disposti allo scopo di attirare la nostra attenzione e di farceli sembrare assolutamente desiderabili, lo so che certe “offerte speciali” sono irresistibili…, ma se non siamo capaci noi di comprare, come possiamo educare i nostri bambini?

Un piccolo trucco (oggi facilitato anche dal recapito a domicilio dei dépliant illustrativi e dai siti internet che tutti i grossi negozi hanno) è quello di preparare “preventivamente” la lista delle cose che compreremo e di non distaccarci da essa.

 

Sarà difficile… ma basta questo?

Se riusciamo a superare questo primo gradino nell’azione educativa su noi stessi, possiamo anche tentare il secondo.

I bambini sono bravissimi a prendere esempio dai nostri comportamenti, quindi prestiamo molta attenzione a ciò che diciamo e facciamo; se la mamma afferma, magari con una punta di orgoglio: Quel vestitino era veramente uno sballo… è vero costava uno sproposito, ma non potevo proprio farne a meno; se il papà torna a casa con l’ultimo modello di palmare anche se non ne ha affatto bisogno, il figlio si comporterà allo stesso modo la prima volta che vuole un nuovo giocattolo. Diamo l’esempio e diciamo: Chissà se al mio compleanno qualcuno mi regalerà….

Infine, evitiamo nel modo più assoluto, di passare il sabato pomeriggio o – peggio – la domenica nei centri commerciali! Dedichiamo il sabato, giorno in cui i genitori e i figli non hanno impegni lavorativi o scolastici, a curarci di noi, della nostra famiglia e della nostra casa e la domenica a curare il nostro spirito partecipando alla S. Messa, alle iniziative di formazione o di carità e sempre, per lo “spirito”, a ricrearci con una bella passeggiata, una visita ad amici o parenti a qualcosa insomma che veramente ci sollevi nell’anima, nel corpo e nella mente.

 

Per la buona educazione dei nostri figli ci proveremo. Ma nei loro riguardi nessuna azione educativa preventiva?

Prima ancora di entrare in qualsivoglia negozio facciamo partecipe nostro figlio di ciò che compreremo e di ciò che potrà aspettarsi di comprare. E siamo inamovibili.

E, a maggior ragione, prima di entrare in un negozio di giocattoli per comprare il regalo alla cuginetta che compie gli anni diciamo: Ricorda che siamo qui per il regalo di….

 

Ma se insiste, il mio tesoro, se lo vuole davvero… che si fa?

Non si cede.

Se quasi, quasi ci ha convinto possiamo adottare alcune misure di salvataggio del tipo: Attendi il tuo compleanno e lo avrai…; oppure: Mettiamo questa cosa nella lista dei desideri, chissà…; e – ancor meglio: Risparmia un poco alla settimana dalla tua paga e lo potrai comprare da solo, vuoi mettere la gioia di averlo avuto con i tuoi soldi? Ciò insegnerà al bambino che nella vita non si può avere sempre tutto e subito.

 

Mi verrebbe da pensare che anche i compleanni e le varie festività potrebbero esser festeggiate senza ricorrere a qualcosa di “comperato”…

Sì:

– per la festa del Papà si potrebbe preparare con una gustosissima torta fatta in casa da mamma e bambini (come dicevamo nel IX capitolo);

– il compleanno della mamma, con la colazione preparata dai bambini e portatale a letto dal marito;

– l’onomastico di Stefano con una bella poesia, scritta dalla sorella o addirittura con una recita organizzata da fratelli e cuginetti; o …aggiungete voi, che siate esperti in pedagogia preventiva positiva.